domenica 8 ottobre 2006

Gazzetta del Mezzogiorno dell'8 ottobre 2006

Articolo
Solidarietà per «Teseo» dopo la notte bianca una nota del Cama Lila
Grande partecipazione alla «notte bianca» di solidarietà per gli operatori della cooperativa sociale «Teseo». Nella sede della comunità terapeutica (occupata da circa un mese per protesta contro l'atteggiamento del presidente della stessa coop, Michele Rogondino), diversi artisti e gruppi musicali (tra cui Angelo Cavallaro, Armonia Improbabil Band di Bari e i Radar di Putignano) si sono esibiti dinanzi all'ampio pubblico del Terzo Settore, del volontariato di amici e parenti dei ragazzi, delle persone comuni. Prosegue intanto l'opera di sensibilizzazione da parte del Forum del Terzo Settore di Conversano e del Comitato Operatori Sociali di Bari sulla vicenda Teseo, in una corsa per non far morire la comunità. Gli occupanti sono ad ogni modo soddisfatti per l'esito degli incontri avuti con il direttore generale della Asl Bari/5 e con il sindaco di Conversano che ha comunicato l'intenzione di rinunciare, in quanto avvocato, alla difesa del presidente della «Teseo», Rogondino. Si va dunque verso la firma di un protocollo d'intesa che decreterebbe la salvezza di utenti ed operatori. Qui di seguito, invece, pubblichiamo un intervento sul caso Teseo di Angela Calluso, presidente del Cama Lila, e di Nicola Catucci, presidente del Forum provinciale contro le tossicodipendenze. ----------- Abbiamo aspettato. Volevamo che fossero altri Enti del Terzo Settore, prima di noi, ad essere solidali con la storica comunità Teseo, con le persone inserite e con gli operatori che le assistono in un percorso difficile. Lo stesso percorso che, all'incontrario e, quotidianamente, fanno migliaia di giovani (solo nella provincia di Bari) che, senza speranza nel futuro, si annientano per una pasticca, per una sniffata, per qualche litro di alcol. Nessuno. Nessuna Comunità, nessuna Associazione, nessun Sindacato, nessun Politico: nessuno. Ed allora la esprimiamo noi la solidarietà alla comunità Teseo. Lo facciamo noi, che riconosciamo il loro difficile percorso e lo rispettiamo e lo consideriamo indispensabile per un territorio, il «nostro», dilaniato, triste, senza identità. Lo facciamo noi e lo limitiamo volutamente ai soli «ragazzi» ed operatori, inermi nei confronti del «padrone» e con poche frecce da scagliargli contro. Solidarietà allora, perché viviamo quotidianamente e da troppo tempo oramai in attesa di una risposta e con noi i nostri assistiti, i nostri «ragazzi», i nostri figli, ma nulla: dall'altra parte, il silenzio! Il silenzio di chi non ascolta la sofferenza, il dolore, la disperazione, la solitudine, poiché troppo impegnato, ahinoi, ad ascoltare le voci ammalianti del potere. Solidarietà, da chi conosce benissimo cosa vuol dire essere fra due fuochi: da una parte «sparano» gli ultimi - quelli che non hanno più nulla da perdere - e dall'altra i potenti. I primi «sparano» con le armi della disperazione ed i secondi con le armi che il loro grado di potenza mette a disposizione, dalla vil moneta al «do ut des». In attesa di una risposta, che attendiamo nei fatti, anche per oggi, intanto, dopo più di 15 anni, ci viviamo la sconfitta, ci sopportiamo le sedi bruciate, le grida disperate di madri che piangono i loro figli morti per overdose o di Aids o perché persa completamente la speranza; che dopo più di 15 anni testardi, troviamo ancora la forza di combattere la delusione che nutriamo nei nostri rappresentanti politici. Purtroppo, aspetteremo ancora.08/10/2006

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